28/02/11

BASTIAN CONTRARIO

Improvvisamente e senza apparente motivo, lei ha monopolizzato il mio pensiero ed ho iniziato nuovamente a scrivere. Eppure, la riflessione che volevo proporre questa settimana, era quasi ultimata. Giusto qualche limatina qua e là, tanto per non esagerare con le espressioni "colorite". C'è sempre qualcuno che invece di leggere e riflettere, si offende! Avevo diversi argomenti da proporre, buttati giù in bozza, dovevo solamente decidere cosa pubblicare. Invece, ho iniziato a raccontare a me stesso un'altra storia del mio passato e di quello di Bandita.

TORO.jpgDopo averle confidato di questo blog e del desiderio di dedicarle alcuni post, so che qualche volta viene a curiosare. La conferma l'ho avuta quando ho pubblicato, a gennaio, gli auguri per il suo compleanno. Mi ha ringraziato con un sms ed ha precisato che sono quasi 10 anni che non ci vediamo e non i 7-8 che io avevo ipotizzato. Da brava "ragioniere", non si è smentita. Ho cominciato a pensare a lei, chiedendomi cosa può pensare di questo blog e, soprattutto, di tutte le riflessioni che propongo e delle successive discussioni che nascono. C'è un motivo, naturalmente, che giustifica questa mia curiosità. Mentre pensavo, sorridevo rievocando i ricordi.

Anche tra noi, all'epoca, nascevano discussioni e, inevitabilmente, erano accanite! Vuoi perché, in fondo, avevamo due caratteri dominanti; vuoi perché si confrontavano due esperienze di vita differenti, lei vissuta in un paesino del profondo, riservato e conservatore nord ed io nella caotica, rivoluzionaria e sempre invadente capitale; vuoi per la notevole differenza d'età che mi faceva presumere di avere più esperienza, le nostre discussioni verbali o epistolari spesso rasentavano la rissa. Una volta, sorrido al ricordo, l'avevo talmente irritata che nel corso di una discussione mi definì "bastian contrario", a significare che ero uno che, per princìpio, affermava sempre il contrario di ciò che l'interlocutore esprimeva. Quella definizione mi fece ridere ed è rimasta nei miei ricordi, anche se, naturalmente, non mi corrisponde.

Le discussioni più accese erano quelle "politiche". Erano i tempi in cui la Lega nord iniziava a diffondersi ed a trasmettere, per tutto il nord Italia, il virus della paura nello straniero. Mi lasciavano perplesso, già allora, i sentimenti di paura e l'idea di minaccia che suscitavano gli immigrati, io che vivevo in una città dove, gli stessi, erano una componente abituale della vita sociale, nel bene e nel male. Comunque, già allora dimostrai un'avversione verso i fascisti in camicia verde che, nel tempo, è rimasta immutata.

C'è, peraltro, un fatto che è rimasto nei miei ricordi, indelebile e di cui non vado fiero. Vede protagonisti me, lei ed uno sconosciuto "leghista". Senza scendere troppo nei particolari, un brutto giorno lei mi comunicò, telefonicamente, che il nostro "rapporto" non poteva proseguire. Brutto "modo" di chiudere una storia. La domenica successiva, prestissimo, piombai nel paese in cui viveva, a sua insaputa. Le telefonai e le chiesi di raggiungermi in un certo posto. Fu meravigliata di vedermi! Comunque, dopo una lunga discussione, il "rapporto" era concluso. Non condividevo i motivi che l'avevano spinta a quella decisione ma non potevo "obbigarla" e neppure condannarla. La sua giovane età non le avrebbe mai consentito di prendere "certe decisioni".

Capii. Però, naturalmente, insieme alla stanchezza per i tanti chilometri già percorsi e da percorrere ancora, furono la rabbia e la frustrazione le compagne del mio viaggio di ritorno. E qua, viene il bello! Non c'era gran traffico ed avevo quasi superato il tratto autostradale di Genova, assorto nei miei tristi pensieri. Ad un certo punto, fui distratto dal furioso suono di un clacson di una vettura che mi sorpassava. Il tizio alla guida, in fase di sorpasso mi mostrò una mano con l'inconfondibile pugno chiuso, indice e mignolo tesi: le corna!

All'epoca, le autovetture avevano ancora la targa con la sigla della città e, la mia, era targata "terronia". La sua, invece, aveva una targa di una provincia del nord. Ero ancora confuso e perplesso, quando notai sul lunotto posteriore della vettura del tizio che mi aveva superato, una vetrofania che riproduceva lo stemma della "Lega Nord". Avvenne ciò che succede quando un toro vede sventolare, dal torero, il drappo rosso: il toro carica! Mi misi ad inseguire il "leghista", deciso ad offrire sfogo alle mie compagne di viaggio: rabbia e frustrazione. Avevo una macchina di discreta potenza ed il tratto autostradale genovese, non proprio un rettilineo, mi consentì di raggiugere ed affiancare il tapino, dopo qualche chilometro.

Feci segno allo stesso, di accostare. Quello, per nulla intimorito mostrò nuovamente il pugno chiuso ma stavolta solo il dito "medio" era alzato! Accellerò nuovamente e mi distanziò di qualche decina di metri. Dalle mie narici uscirono fiamme, mentre spingevo sull'accelleratore! Quelle dita, dovevo frantumarle! Riuscii ad affiancare nuovamente l'altra vettura, dopo aver percorso un bel tratto di strada. Finestrino aperto cominciaio a proferire, in stretto dialetto romano, una serie di turpiloqui irripetibili, all'indirizzo del leghista, della madre, dei nonni, dei fratelli e di tutti coloro che appartenevano alla famiglia dello stesso, fino alla settima generazione. Vidi sul volto del tapino cominciare a disegnarsi la preoccupazione.

Nel frattempo ero riuscito a superare la sua vettura, quel tanto bastante a spostare la mia verso destra, per "stringere" l'altra sulla corsia d'emergenza. Ancora non accennava a rallentare, tuttavia. Allora, feci qualcosa di cui, giuro, mi pento! Feci "scodare" la mia vettura, come per speronare l'altra nella parte anteriore. Fu solo una "simulazione" di ciò che avrei potuto fare ma sortì l'effetto!

Ciò che accadde, lo vidi dallo specchietto retrovisore! Il "leghista", impaurito, frenò con violenza. Vidi, per un attimo, il volto dello stesso bianco come un lenzuolo. Poi, tutto fu avvolto dalla nuvola di fumo bianca sprigionata dai copertoni delle ruote che stridevano sull'asfalto. La vettura del tapino, si fermò sulla corsia d'emergenza. A causa della frenata, credo abbia lasciato sull'asfalto gran parte della gomma delle ruote. Io proseguii la mia corsa e mi fermai solo dopo alcuni chilometri, ad una stazione di servizio, per scaricare l'adrenalina.

Lo so, sono imperdonabile. Tuttavia, invoco le attenuanti: dare del "cornuto" ad uno che, neanche un'ora prima, aveva chiuso un rapporto sentimentale, è stato il primo grosso errore del leghista; fare il dito ad un "romano" è stato il secondo errore del medesimo; essere un "leghista" è stato il più grave! Comunque, dopo quell'esperienza non ho più fatto "pazzie" a causa di una donna! Lo giuro!! Inoltre, oggi, i fascisti in camicia verde li disprezzo solamente.

23/02/11

LAVORATORI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI

Carlo Marx non me ne vorrà se sostituisco il suo "proletari", del Manifesto del Partito Comunista, con il più attuale "lavoratori"!!

Il 2011 è iniziato con gli scioperi in Albania e Tunisia. Gli albanesi, stanchi di un governo corrotto e degli abusi del potere, scesero in piazza ma le manifestazioni furono duramente represse. In Tunisia, invece, migliaia di giovani manifestarono contro la disoccupazione e la povertà e provocarono la caduta del dittatore Ben Alì. Come un contagio la rivolta si estese all'Egitto, dove un'imponente manifestazione durata due settimane, costrinse il dittatore Mubarak a fuggire dal suo Paese. Oggi, in meno di due mesi, assistiamo a manifestazioni di piazza in Algeria, in Libia, in Marocco, in Iran, nello Yemen e in Bahrein mentre segnali di rivolta strisciante vengono segnalati anche in Arabia Saudita. Mentre scrivo, in Grecia è in corso uno sciopero generale contro la politica del rigore finanziario imposta dall'Unione europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Alcuni sindacalisti, intervistati, hanno affermato che, in Grecia, "bisognerebbe fare come in Egitto"!

DISORDINI.jpgNon voglio spacciarmi per esperto di questioni internazionali ma un tentativo di riflessione voglio comunque farlo, per capire cosa sta accadendo. Quanto meno, è doveroso provare ad "andare oltre" le ipocrite dichiarazioni dei rappresentanti dell'Unione Europea che, ancora una volta, stanno a guardare oppure della politica nazionale che non si smentisce ed offre, alla platea internazionale, uno spettaolo ridicolo.

Credo sia stato clamorosamente smentito, per esempio, il pregiudizio che noi "occidentali" nutriamo verso il mondo arabo musulmano. Ciò che sta accadendo in quei paesi non è una "rivoluzione" religiosa ma quella di uomini e donne che rivendicano il diritto di vivere da cittadini liberi, in uno stato democratico. Non vengono agitate bandiere religiose o nazionaliste ma vengono reclamati diritti, costituzione, lavoro e benessere.

I movimenti di piazza sono costituiti prevalentemente da gioventù studentesca, affiancata da operai e settori del ceto medio. Non manca la componente più "povera" della popolazione, esasperata da emarginazione e fame. Le correnti religiose ed integraliste che si muovono nel mondo mussulmano e che cavalcano le "rivoluzioni", credo siano state travolte da questi movimenti di protesta che non sono sotto il loro controllo ma, come sta succedendo in Iran, addirittura sono contestate come autorità.

Ancora: quello che sta avvenendo in quei paesi, credo sia grazie a "internet" ed alle tecnologie che conservano un carattere di indipendenza dal potere che governa. I giovani che insorgono, dispongono di informazioni ed immagini del "mondo democratico" che la censura in vigore nei paesi in cui vivono non riesce completamente ad oscurare. La conoscenza viene diffusa e genera consapevolezza che, a sua volta, forma negli individui una nuova coscienza che si ribella alla dittatura, allo sfruttamento ed alla povertà. La "rete", con tutti i suoi eccessi, rimane comunque un formidabile strumento democratico e l'unico veicolo per diffondere la cultura, rendendo coscienti le masse oppresse.

Ma credo ci sia un aspetto di ciò che sta avvenendo che è il più importante: le manifestazioni, sono un atto di ribellione al sistema economico-finanziario che domina il mondo. Un sistema che vede nell'occidente industrializzato il suo principale sostenitore nonché l'artefice di un complesso intreccio di rapporti "affaristici" con quegli stessi regimi dittatoriali che, oggi, le popolazioni contestano.

Il "sistema" economico-finanziario che ha governato fino ad oggi il mondo, sta crollando. La crisi economica che già da qualche anno ha investito quella parte di mondo definito industrializzato, dilaga a livello mondiale con effetti devastanti. Da noi, la crisi è stata affrontata facendo pagare la stessa ai ceti più deboli ed ai lavoratori. Questi ultimi, oggi, vivono di rinunce e sacrifici ma ancora non hanno superato il confine tra la sopravvivenza e la miseria mortale e, questo, unitamente alla manipolazione mediatica attuata da chi detiene le leve del potere, impedisce agli stessi di ribellarsi.

La stessa crisi sta investendo il resto del mondo, quello povero e non interessato dal progresso e dai presunti vantaggi procurati dallo stesso. In quei paesi non è possibile realizzare lo stesso ricatto e la stessa manipolazione che sono stati perpetrati nei nostri confronti perché, negli stessi, il quotidiano è miseria mortale, mancanza di diritti, prevaricazione e violenza. Il tutto, è ben oltre lo stato di "sopravvivenza" in cui noi viviamo e, quindi, è la rivolta!

Noi occidentali, dovremmo trarre insegnamento da ciò che sta accadendo in quei paesi ma, a sentire i nostri governanti, la manipolazione mediatica continua! Basta ascoltare i vari Maroni e Frattini da una parte ed i vari D'Alema dall'altra.

18/02/11

NON SE NE PUO' PIU'

Quando l'ho vista ha provocato in me ciò che accade a chi, per un motivo non previsto, da libero sfogo ad un "atto liberatorio" da tempo represso. Come un vaffanculo piazzato bene, dopo aver sopportato, sopportato, sopportato! Prendo a prestito una "significativa" vignetta del magnifico Altan, per descrivere il mio attuale stato d'animo. Per quale motivo? Inutile che mi ripeta!!

ALTAN.jpg

13/02/11

UN SOGNO

Ho fatto un sogno. In Italia, accadeva ciò che è successo in Egitto in queste ultime due settimane. Ho sognato un'Italia indignata per come viene governata e che scendeva in piazza. Decine di milioni di italiani che occupavano le nostre piazze, decisi a non abbandonarle finché coloro che rappresentano a tutti gli effetti un "regime fascista" che si fa beffe della nostra Democrazia e della nostra Costituzione, non fossero stati costretti ad andarsene.

Ho sognato fabbriche paralizzate, uffici pubblici chiusi, attività economiche e commerciali bloccate e un'intero Paese, il nostro, pacificamente impegnato a manifestare lo sdegno verso coloro che si ostinano a voler governare, nonostante il fallimento che gli stessi hanno procurato al nostro Paese. Ho sognato solidarietà, vicinanza tra le persone, sostegno reciproco e incondizionato, persone libere da ideologie, colori politici, fedi religiose. Tutti insieme per un solo scopo: mandare via chi ha rovinato la qualità della nostra vita ed ha reso il nostro Paese una barzelletta internazionale.

Poi, però, mi sono svegliato ed ho trovato questo video che propongo. Non sono neanche 3 minuti, eppure contiene quasi tutti i motivi che dimostrano come il mio sia soltanto un sogno e che la reatà, purtroppo, sia ben altra. Sono d'accordo con gli intervistati anche se, personalmente, avrei anche altri "aggettivi" per definire il comportamento del "popolo". Considerato che il mio pensiero è conosciuto, è inutile che mi ripeta.

07/02/11

9 FEBBRAIO 2011

...è la "Giornata nazionale degli stati vegetativi". E' passato quasi in sordina un Consiglio dei Ministri, complici le eterne discussioni sugli affari privati del Premier, che a novembre dello scorso anno approvò, su proposta del Ministro della Salute, una direttiva che indicava il 9 febbraio 2011 come la "Giornata nazionale degli Stati vegetativi". Il Sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, con un comunicato stampa del 26 novembre 2010 pubblicato sul sito del Ministero della Salute, commentò così la decisione:

"E’ molto importante, in particolare in questo momento di acceso dibattito, che dal prossimo anno il 9 febbraio sia la Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi. A volerla fortemente sono state le associazioni dei familiari delle persone che vivono in questa condizione, che hanno lavorato al Libro Bianco del Ministero della Salute. Questa data ricorda a tutti noi l’anniversario della morte di Eluana Englaro, una ragazza affetta da disabilità grave la cui vita è stata interrotta per decisione della magistratura. Con questa giornata il ricordo di Eluana non sarà più una memoria che divide ma un momento di condivisione per un obiettivo che ci unisce tutti. Da oggi sarà un’occasione preziosa in più per ricordare a tutti noi quanto è degna l’esistenza di tutti coloro che vivono in stato vegetativo e non hanno voce per raccontare il loro attaccamento alla vita. Questa giornata sarà anche un appuntamento per fare il punto scientifico su tutte le scoperte su queste situazioni di cui sappiamo ancora troppo poco. E potrà rappresentare una finestra di visibilità per queste persone e le famiglie che le accudiscono amorevolmente, troppo spesso coscientemente accantonate dai media che si rivolgono al grande pubblico, come ha dimostrato la recente vicenda della trasmissione Vieni via con me."

Su questo argomento mi sono già espresso all'epoca delle feroci discussioni che ci furono tra i pro-vita ed i sostenitori dell'autodeterminazione, dopo che la magistratura autorizzò il padre di Eluana Englaro e la struttura sanitaria presso cui la stessa era ricoverata, ad interrompere i trattamenti terapeutici che tenevano la Englaro in uno stato "vegetativo" da 17 anni. E' inutile, quindi, che ribadisca ancora una volta la mia posizione in difesa dell'autodeterminazione.

Ritengo altrettanto inutile riflettere sul comunicato demagogico della Sottosegretaria, la quale non solo stravolge la realta clinica della Englaro ma manifesta il tipico pensiero del fondamentalismo fideista, il quale impone che le verità supreme non si possano conoscere con la ragione ma solo attraverso la fede. E la "fede" sappiamo bene qual'è.

Le evidenti insinuazioni con le quali la Sottosegretaria vorrebbe far credere che da quello stato vegetativo irreversibile, dimostrato anche dall’autopsia, la Englaro sarebbe potuta uscire se i giudici non avessero emesso la loro sentenza, sono vergognose.

L'ipocrisia della Sottosegretaria che afferma "...Questa giornata sarà anche un appuntamento per fare il punto scientifico su tutte le scoperte su queste situazioni di cui sappiamo ancora troppo poco..." è vomitevole.

Con tutti i tagli alla ricerca ed all'istruzione, in un Paese dove la "Sanità pubblica" è a pezzi, la Sottosegretaria dovrebbe chiedere a se stessa "quando?" saranno possibili "le scoperte" cui la stessa si riferisce e non limitarsi ad emettere aria fritta!

Invece, c'è una domanda a cui non hanno mai risposto la Sottosegretaria, questo Governo, i movimenti pro-vita, i cattolici, la Chiesa per bocca dei suoi vertici e tutti coloro che all'epoca criticarono la "mostruosa" decisione della magistratura:

cosa o chi vi impedisce di affidare il destino della vostra vita ad una fede religiosa oppure ad un princìpio morale se viene riconosciuta, ad altri, la facoltà di operare scelte autonome diverse dalle vostre?

In altre parole, chi vi impedisce di vivere il resto dei vostri giorni intubati ed attaccati ad una macchina se ad altri, sulla base di un protocollo rigidamente scientifico, viene riconosciuto il diritto di rifiutare quello stesso trattamento?