Improvvisamente e senza apparente motivo, lei ha monopolizzato il mio pensiero ed ho iniziato nuovamente a scrivere. Eppure, la riflessione che volevo proporre questa settimana, era quasi ultimata. Giusto qualche limatina qua e là, tanto per non esagerare con le espressioni "colorite". C'è sempre qualcuno che invece di leggere e riflettere, si offende! Avevo diversi argomenti da proporre, buttati giù in bozza, dovevo solamente decidere cosa pubblicare. Invece, ho iniziato a raccontare a me stesso un'altra storia del mio passato e di quello di Bandita.
Dopo averle confidato di questo blog e del desiderio di dedicarle alcuni post, so che qualche volta viene a curiosare. La conferma l'ho avuta quando ho pubblicato, a gennaio, gli auguri per il suo compleanno. Mi ha ringraziato con un sms ed ha precisato che sono quasi 10 anni che non ci vediamo e non i 7-8 che io avevo ipotizzato. Da brava "ragioniere", non si è smentita. Ho cominciato a pensare a lei, chiedendomi cosa può pensare di questo blog e, soprattutto, di tutte le riflessioni che propongo e delle successive discussioni che nascono. C'è un motivo, naturalmente, che giustifica questa mia curiosità. Mentre pensavo, sorridevo rievocando i ricordi.
Anche tra noi, all'epoca, nascevano discussioni e, inevitabilmente, erano accanite! Vuoi perché, in fondo, avevamo due caratteri dominanti; vuoi perché si confrontavano due esperienze di vita differenti, lei vissuta in un paesino del profondo, riservato e conservatore nord ed io nella caotica, rivoluzionaria e sempre invadente capitale; vuoi per la notevole differenza d'età che mi faceva presumere di avere più esperienza, le nostre discussioni verbali o epistolari spesso rasentavano la rissa. Una volta, sorrido al ricordo, l'avevo talmente irritata che nel corso di una discussione mi definì "bastian contrario", a significare che ero uno che, per princìpio, affermava sempre il contrario di ciò che l'interlocutore esprimeva. Quella definizione mi fece ridere ed è rimasta nei miei ricordi, anche se, naturalmente, non mi corrisponde.
Le discussioni più accese erano quelle "politiche". Erano i tempi in cui la Lega nord iniziava a diffondersi ed a trasmettere, per tutto il nord Italia, il virus della paura nello straniero. Mi lasciavano perplesso, già allora, i sentimenti di paura e l'idea di minaccia che suscitavano gli immigrati, io che vivevo in una città dove, gli stessi, erano una componente abituale della vita sociale, nel bene e nel male. Comunque, già allora dimostrai un'avversione verso i fascisti in camicia verde che, nel tempo, è rimasta immutata.
C'è, peraltro, un fatto che è rimasto nei miei ricordi, indelebile e di cui non vado fiero. Vede protagonisti me, lei ed uno sconosciuto "leghista". Senza scendere troppo nei particolari, un brutto giorno lei mi comunicò, telefonicamente, che il nostro "rapporto" non poteva proseguire. Brutto "modo" di chiudere una storia. La domenica successiva, prestissimo, piombai nel paese in cui viveva, a sua insaputa. Le telefonai e le chiesi di raggiungermi in un certo posto. Fu meravigliata di vedermi! Comunque, dopo una lunga discussione, il "rapporto" era concluso. Non condividevo i motivi che l'avevano spinta a quella decisione ma non potevo "obbigarla" e neppure condannarla. La sua giovane età non le avrebbe mai consentito di prendere "certe decisioni".
Capii. Però, naturalmente, insieme alla stanchezza per i tanti chilometri già percorsi e da percorrere ancora, furono la rabbia e la frustrazione le compagne del mio viaggio di ritorno. E qua, viene il bello! Non c'era gran traffico ed avevo quasi superato il tratto autostradale di Genova, assorto nei miei tristi pensieri. Ad un certo punto, fui distratto dal furioso suono di un clacson di una vettura che mi sorpassava. Il tizio alla guida, in fase di sorpasso mi mostrò una mano con l'inconfondibile pugno chiuso, indice e mignolo tesi: le corna!
All'epoca, le autovetture avevano ancora la targa con la sigla della città e, la mia, era targata "terronia". La sua, invece, aveva una targa di una provincia del nord. Ero ancora confuso e perplesso, quando notai sul lunotto posteriore della vettura del tizio che mi aveva superato, una vetrofania che riproduceva lo stemma della "Lega Nord". Avvenne ciò che succede quando un toro vede sventolare, dal torero, il drappo rosso: il toro carica! Mi misi ad inseguire il "leghista", deciso ad offrire sfogo alle mie compagne di viaggio: rabbia e frustrazione. Avevo una macchina di discreta potenza ed il tratto autostradale genovese, non proprio un rettilineo, mi consentì di raggiugere ed affiancare il tapino, dopo qualche chilometro.
Feci segno allo stesso, di accostare. Quello, per nulla intimorito mostrò nuovamente il pugno chiuso ma stavolta solo il dito "medio" era alzato! Accellerò nuovamente e mi distanziò di qualche decina di metri. Dalle mie narici uscirono fiamme, mentre spingevo sull'accelleratore! Quelle dita, dovevo frantumarle! Riuscii ad affiancare nuovamente l'altra vettura, dopo aver percorso un bel tratto di strada. Finestrino aperto cominciaio a proferire, in stretto dialetto romano, una serie di turpiloqui irripetibili, all'indirizzo del leghista, della madre, dei nonni, dei fratelli e di tutti coloro che appartenevano alla famiglia dello stesso, fino alla settima generazione. Vidi sul volto del tapino cominciare a disegnarsi la preoccupazione.
Nel frattempo ero riuscito a superare la sua vettura, quel tanto bastante a spostare la mia verso destra, per "stringere" l'altra sulla corsia d'emergenza. Ancora non accennava a rallentare, tuttavia. Allora, feci qualcosa di cui, giuro, mi pento! Feci "scodare" la mia vettura, come per speronare l'altra nella parte anteriore. Fu solo una "simulazione" di ciò che avrei potuto fare ma sortì l'effetto!
Ciò che accadde, lo vidi dallo specchietto retrovisore! Il "leghista", impaurito, frenò con violenza. Vidi, per un attimo, il volto dello stesso bianco come un lenzuolo. Poi, tutto fu avvolto dalla nuvola di fumo bianca sprigionata dai copertoni delle ruote che stridevano sull'asfalto. La vettura del tapino, si fermò sulla corsia d'emergenza. A causa della frenata, credo abbia lasciato sull'asfalto gran parte della gomma delle ruote. Io proseguii la mia corsa e mi fermai solo dopo alcuni chilometri, ad una stazione di servizio, per scaricare l'adrenalina.
Lo so, sono imperdonabile. Tuttavia, invoco le attenuanti: dare del "cornuto" ad uno che, neanche un'ora prima, aveva chiuso un rapporto sentimentale, è stato il primo grosso errore del leghista; fare il dito ad un "romano" è stato il secondo errore del medesimo; essere un "leghista" è stato il più grave! Comunque, dopo quell'esperienza non ho più fatto "pazzie" a causa di una donna! Lo giuro!! Inoltre, oggi, i fascisti in camicia verde li disprezzo solamente.