Questa devo raccontarla perché è troppo forte! E' l'ennesima esperienza fatta nella Pubblica Amministrazione in cui sono impiegato da 30 anni e nella quale, grazie a nostra signora la ministra che piange, dovrò rimanerci per altri 12. Ancora una volta, grazie a ciò che ho pututo apprendere, si rafforza in me la convinzione che, già da tempo, chi governa il nostro Paese non vuole migliorare il servizio offerto dalla P.A. al cittadino ma distruggerlo, per poi proporne un altro. Basato sulle leggi del libero mercato. Per i duri a capire, significa "a pagamento". Salato, molto più di quanto, ora, lo stesso servizio costa al singolo ed alla collettività. Ha iniziato il nano malefico, quel premio oscar dei lavativi che, nel precedente governo, a suon di insulti verso i dipendenti pubblici, annunciava grandi progetti di riforma e si riempiva la bocca di termini come "informatizzazione" oppure "snellimento delle procedure burocratiche" senza neanche conoscerne il significato. Sta proseguendo nostra signora la ministra che piange, parlando di licenziamenti nel pubblico impiego.
Una sintetica premessa: già da tempo, nell'affidare appalti a imprese private, la P.A. deve preoccuparsi di accertare che, le stesse, siano in regola con alcune normative. In passato, doveva essere l'impresa a presentare, per esempio, il certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, quello antimafia oppure il D.u.r.c.. Oggi è il contrario e non chiedetemi il perché. Sto cercando di capirlo anche io.
Il D.u.r.c. non è il personaggio di un fumetto ma il "Documento unico di regolarità contributiva". E' un certificato che attesta il regolare versamento, da parte di una società, dei contributi previdenziali ed assitenziali dei lavoratori assunti con regolare contratto. Lo rilascia l'Inps e, oggi, è obbligatorio per chiunque, anche per il privato cittadino che chiede un permesso comunale per ristrutturare il proprio appartamento ed intende affidare i lavori ad una ditta privata. Le società che non sono in regola secondo il D.u.r.c., non possono essere assegnatarie di appalti pubblici o svolgere lavori per soggetti privati.
L'Amministrazione in cui sono impiegato, affida a Società private la fornitura di servizi o consulenze. Ogni volta che le società emettono fattura, è necessario il D.u.r.c. (ma non solo). Per chiederlo, c'è una bella procedura informatizzata dell'Inps, frutto della tanto decantata informatizzazione della P.A. perseguita dal nano malefico di cui sopra. A chi hanno dato l'onere di utilizzarla? A me.
Così, un mesetto fa, ottenute le credenziali di accesso, di buon mattino mi collegai allo sportello informatico preposto allo scopo. Accedo e noto subito che c'era un "manuale dell'operatore" a disposizione (in pdf). Mi dissi che era una buona cosa e, pertanto, lo andai a consultare. Si meterializzò un manuale di 140 pagine! Un mattone che abbandonai, schifato, alla pagina 5. Decisi di affidarmi al metodo deduttivo, all'esperienza del passato ed a quella che è possibile fare anche sbagliando. Fanculo il manuale e la mente perversa che l'ha concepito.
Sostanzialmente, non c'era nulla di complicato: bastava inserire alcuni dati relativi al contratto oggetto di fatturazione, alla fattura da pagare e, naturalmente, alla società che doveva essere pagata. Notai delle stranezze. Per esempio, perché mi chiedeva di inserire l'indirizzo della sede legale e operativa della società in questione? L'Inps, non dovrebbe averla memorizzata in una sua banca dati? Ancora, perché mi chiedeva di inserire certi codici legati alla società che, invece, l'Inps dovrebbe ben conoscere? Comunque, mi dissi che ero troppo pignolo, inserii quanto chiesto, completai la procedura e premetti "invio"! A questo punto, cosa vi sareste aspettati?
Io, per esempio, avevo immaginato che dopo pochi secondi avrei visto il mio bel certificato materializzarsi sul video, pronto per essere stampato. Oppure, mi sarei aspettato di leggere un avviso nel quale mi si diceva che, di lì a poco, sarebbe stato trasmesso per posta elettronica. Così, tempo mezz'ora, voglio esagerare, anche un'ora, avrei scaricato le mie belle e.mail ed avrei trovato il certificato! Grazie all'informatizzazione ed allo snellimento delle procedure amministrative del nano malefico, nel giro di un paio d'ore avrei risolto la faccenda!
Nulla di tutto questo!!! Illusi!
La procedura da me usata, sostituisce semplicemente lo "sportello" che fisicamente avrei dovuto raggiungere per fare la stessa richiesta, compilando a mano i soliti moduli da consegnare all'omino affranto ed anche un po schifato del lavoro che fa. Tutto qua! La mia domanda, una volta formulata online, ha seguito la vecchia procedura burocratica fatta di carte, firme, controfirme, timbri, protocolli. Pochi giorni fa, ho ricevuto il certificato richiesto. Per posta!!! Un mese dopo la richiesta! Magnifico il nano malefico! Ha coglionato milioni di italioti e, di questo, devo riconoscergli il merito! D'altronde, il nano malefico faceva parte di un governo che di italioti ne ha coglionati veramente tanti. Ancora oggi, ha un suo discreto seguito. In estinsione, ma c'è!
Quando metterò mano alle procedure necessarie per la richiesta del certificato antimafia e della camera di commercio, in fase di allestimento nonostante la legge che ha cambiato il sistema esista già da un annetto, ve lo racconterò. Già pregusto le risate!
Come? Vi chiedete come si fa adesso? Nelle more della legge bla bla bla, come al solito!! Carta, bolli e timbri!!